Con la sentenza n. 10133 del 9 maggio 2014, la Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro, nel dichiarare inammissibile il ricorso “per saltum, ai sensi dell’art. 360, comma 2, c.p.c., promosso avverso la ordinanza resa ex art. 1, comma 49, L. n. 92/2012 (c.d. Legge Fornero), ha affermato in via di obiter dictum che l’opposizione avverso la predetta ordinanza va esperita “innanzi allo stesso giudice”.

In attesa di un pronunciamento sulla questione – della “compatibilità” del giudice della fase sommaria con il giudizio di opposizione – da parte della Corte Costituzionale (cfr. ordinanze di rimessione del Tribunale di Siena, del 16 agosto 2013, e del Tribunale di Milano, del  27 gennaio 2014), la giurisprudenza di legittimità utilizza, seppure soltanto incidentalmente, espressione letteralmente diversa dal tenore dell’articolo 1, comma 51, L. n. 92/2012, secondo cui «contro l’ordinanza di accoglimento o di rigetto di cui al comma 49 può essere proposta opposizione con ricorso contenente i requisiti di cui all’articolo 414 del codice di procedura civile, da depositare innanzi al tribunale che ha emesso il provvedimento opposto, a pena di decadenza, entro trenta giorni dalla notificazione dello stesso, o dalla comunicazione se anteriore».

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza 9 maggio 2014, n. 10133 (.pdf)

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Clemente Massimiani

Clemente Massimiani è Avvocato Giuslavorista nel Foro di Catania, Dottore di Ricerca in Diritto del Lavoro Europeo e più volte riconosciuto in ambito accademico Cultore della materia di Diritto del Lavoro, con una pluriennale esperienza in materia di Diritto del Lavoro privato e pubblico, Consulenza d’impresa, Relazioni Industriali, Diritto Sindacale e Diritto Previdenziale.